Che cos’è una gerla
C’è un elemento molto importante nella poesia di Pierluigi Cappello eppure poco esplorato: la dimensione civile del suo canto. Si sentiva il bisogno di un testo che ripercorresse i lavori del poeta di Chiusaforte e li interpretasse alla luce di questa vera e propria passione: l’ha scritto Piervincenzo Di Terlizzi. Si parte da un discorso tenuto da Cappello in occasione dalla richiesta di conferimento dei benefici della legge Bacchelli ad un altro poeta, Federico Tavan. Cappello non si limita a perorare il riconoscimento, aggiunge una riflessione straordinaria nei contenuti, nelle forme, nelle argomentazioni: la poesia, pur così negletta in Italia, ci è indispensabile, è una forma d’arte e di comunicazione elevata, di cui gli esseri umani, se tali davvero vogliono essere, non possono fare a meno. “È Federico Tavan ad aver bisogno di noi, o non siamo piuttosto noi ad aver bisogno di lui e della sua poesia?”, si chiese Cappello. C’era e c’è, in questo aver bisogno di poesia, una dimensione civile, tanto più se sgorga pura, limpida, nella lingua madre dei poeti, un fenomeno che sul finire del secolo scorso ha dato nuova e importante vita alla poesia nelle lingue minori, quelle che chiamiamo “dialetti”. Ed ancor più se, come nel caso di Federico Tavan, la poesia nasce dentro il disagio di una persona, riesce a farcene partecipi e per questa via davvero cambia la nostra visione non solamente del poeta e della sua sofferenza, ma del mondo. L’ottimo lavoro di Di Terlizzi ci conduce ad una scoperta: la dimensione civile della poesia, come la sacralità della parola in quanto strumento di creazione di comunità umane, è centrale nella sua opera.
Il libro è stato voluto dall’Associazione culturale “Pordenone 1291” e impreziosito da straordinarie fotografie di Danilo De Marco.
12.00€