Giorgio di Polcenigo e Fanna
A cura di Alberta Maria Bulfon
222 pagine, brossura
Accademia San Marco Pordenone (2010)
Si distende in un arco lungo questo carteggio di Giorgio di Polcenigo (1715-1784), che ai suoi estremi colloca, in una polarità certo involontaria, ma stupefacente, un assillo logistico legato al carnevale udinese (14 febbraio 1736) e la morte della “dilettissima Consorte” (14 febbraio 1782), ad aprire e a sigillare, con magnanima compostezza, il tempo della mondanità e delle sue varie declinazioni. Il carteggio allinea interlocutori di caratura alta (e l’apparato iconografico che accompagna le pagine garantisce vantaggi palesi), per quanto non omogenei e compatti, di grana non selettiva, in un intreccio di non solidale affinità: Giacomo Casanova, Pietro Metastasio e lo stesso Voltaire, nell’orizzonte europeo; Saverio Bettinelli, Melchiorre Cesarotti, Scipione Maffei, in ambito italiano; Gian Domenico Bertoli, Giuseppe Bini, Domenico Ongaro, Gian Giuseppe Liruti, Girolamo de Rinaldis, nel perimetro più ristretto, ma non miope, della ricerca erudita locale, per tacere di Federico Altan, Daniele Florio, poeta cesareo, e rinunciando comunque a un inventario minuto, che qui non offrirebbe benefici apprezzabili.
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Giorgio di Polcenigo e Fanna
A cura di Alberta Maria Bulfon
222 pagine, brossura
Accademia San Marco Pordenone (2010)